Nelle foto di Stefano Tedioli e di Fiori Gianluigi, due momenti memorabili della storia di Primola con Elena Bucci. Nel 2013 su una barca del CER con un suo racconto.
Nel 2021, ai tempi del COVID, tenne una sua orazione fra i legni bruciati del Punto ristoro dell'Arena, il giorno dopo l'incendio doloso.
GRANAROLO 21 GIUGNO 2025 ORE 21.30
GIARDINO DEI SOGNI
(parco della scuola elementare)
Spettacolo di narrazione:
I colori di Maddalena
Di e con Elena Bucci, attrice e autrice, accompagnata da Marco Zanotti, musicista.I colori di Maddalena.
Elena Bucci, è la nostra Sancio Panza, Dulcinea, Don Chisciotte del teatro. Una cavaliera errante. Per 14 anni con Leo de Berardinis. Da quarant’anni sul teatro della vita a modo suo, con le sue delicatezze e le sue irruenze radicali, il suo sguardo della memoria.
Elena è una grande attrice, autrice regista, determinata e timida, che racconta la vita, le vite degli altri con gratitudine, rispetto e profondità.
Primola è nata lungo il fiume Senio 25 anni fa. In quegli anni, fui catturato dal mondo di Elena, cavaliere errante di Russi che con le belle bandiere metteva in scena per le strade.
“Da cavalieri erranti – dice Elena - abbiamo fatto spettacolo negli anni novanta in ogni angolo del comune di Russi per riuscire a riaprire teatro, biblioteca, chiesa del 700, Palazzo San Giacomo…ma anche la piazza, la torre dell’orologio, le salette del comune dove inventavamo labirinti in cerca del senso del teatro".
Un’esploratrice. Quando incontra i piccoli mondi dei paesi, il suo teatro torna a vivere all’aria aperta, per le strade e diventa il teatro del paese.
E’ una Don Chisciotte che si lascia trascinare dai mulini a vento delle conoscenze e dei segreti.
Calca le scene dei teatri in Italia, ma ha bisogno di raccogliere altri fili. Ama il Teatro, la sua vita, ma non può vivere se non si incontra con quell’Elena giovane temeraria, errante, intima.
Sa interpretare le sfumature dell’animo umano e le restituisce in un altro modo, che viene da dire: “ma come? Non me n’ero mica accorto. E’ proprio così”.
A Granarolo faentino, 1500 anime, c’è un Museo diffuso che ancora non si vede: l’hanno invece visto e lo vogliono fare vedere a tutti i granarolesi poeti.
Fossolo, nella sua comunità teatrale, dove vive Elena quando torna in Romagna, è distante pochi chilometri da Granarolo. Una vicinanza senza conoscenza.
Ho proposto ad Elena: “vieni con me che facciamo un giro turistico per Granarolo, il paese dove non succede mai niente? Un niente come a Cotignola, come in tutti i paesi della Romagna. Come nell’Arena delle balle di paglia. Perché purtroppo, nei paesi dove abitiamo, siamo ormai sordi, muti e ciechi”.
Abbiamo camminato con Elena, insieme ai granarolesi del Museo diffuso, per le strade di Granarolo, ci siamo fermati davanti alla casa di Maddalena Venturi, e nel teatro dei quadri appesi. In ogni punto, una storia.
Alla fine le abbiamo chiesto: “Elena, quanto sarebbe bello che tu raccontassi, interpretassi Maddalena Venturi?”
Una donna, nata nel 1860 e morta nel 1935, adesso sconosciuta ai più, a cui hanno dedicato una strada. Un’analfabeta, dicono con orgoglio i granarolesi, “la pitora”. Che si andava a prendere in treno i colori e le vernici nella mesticheria Musiana di Bologna all’inizio del 900, perché quelli erano i migliori colori per i carri agricoli fabbricati per le strade del paese.
Alla fine quando il carro era finito, arrivava Maddalena che metteva in riga tutti gli uomini cagnaroni, fabbri, artigiani, che magari avevano bevuto, brindando al carro finito, e lei insieme a Colomba con il suo piglio diceva “a què ai pitur Sant’Antonio, a que ai met la caveja”. E tutti gli uomini zitti. Comanda Maddalena. E così in 15 giorni coloravano il carro con la paga di 25/30 lire.
In casa era così, ma con Spallicci quando la definiva la Dipintrice di Granarolo, lei si scherniva: “ma va là, s’a disal? me a so un puvra ignureta”.
Ma che cosa ci racconterà Elena il 21 giugno a Granarolo? Che cosa sono i ricordi per Elena Bucci?
“I ricordi nelle tue mani sono racconto, pietre preziose, quel ricostituente antico e buono che si prende a cucchiai, diventano squarci che si aprono su vite altrui, come se entrassimo nelle case, nei camerini, nei teatri, mi trasporti verso mondi e mari che io non vedrò mai, le mie vite si moltiplicano. E poi ricordare insieme, anche ricordi diversi, rende fratelli, scioglie la commozione"