l 20 ottobre 1944, nella zona tra Lugo e Cotignola, Brigatisti Neri e Nazisti organizzano un rastrellamento per colpire, senza che azioni recenti contro di loro diano il pretesto della rappresaglia, un gruppo di giovani partigiani delle frazioni di Barbiano, Zagonara e del sud del Lughese.
Nel corso dell’operazione vengono catturati:
Luigi Ballardini (Gigetto), 18 anni, di Barbiano, che lavora a Lugo come apprendista meccanico ed e’ responsabile del Fronte della Gioventù comunista del suo paese;
Renzo Berdondini, di 17 anni, contadino, che risiede nella periferia di Lugo, in via Madonna di Genova, ed e’ stato uno dei primi ad entrare nella Resistenza, subito dopo l’8 settembre ’43. Organizza distribuzione di propaganda, azioni di sabotaggio e recupero di armi disarmando nemici, dimostrando notevoli capacità organizzative e politiche, fino a diventare Comandante della 3° sottozona GAP, SAP e del Fronte della Gioventù di Cotignola, Budrio, Barbiano, Zagonara e del Lughese del sud. Crede nel valore della cultura, “Impossessiamoci di una preparazione culturale e politica che ci permetta di essere maggiormente utili”, diceva, e cerca di abituare i suoi compagni allo studio, oltre che all’azione. Ammalato, viene prelevato dal letto di casa.;
Giovanni Dalmonte, 18 anni, di Lugo, meccanico, Caposquadra partigiano. E’ attivo nelle azioni di propaganda e sabotaggio, delle quali va fiero, quando s’accorge del pericolo incombente cerca di dare l’allarme e di distruggere carte compromettenti per altri compagni;
Domenico Facciani (Minghì), 20 anni, di Lugo, contadino. Semplice e taciturno, resiste con coraggio alle torture inflitte;
Giorgio Folicaldi, 15 anni, di Lugo, apprendista. Orfano dei genitori, viene strappato dalla casa degli zii, e, nonostante la giovanissima età, sa sopportare con forza d’animo le sevizie nazifasciste;
Carlo Landi (Matto), 20 anni, di Lugo, segantino. Esuberante e ardito, sempre pronto a partecipare alle azioni individuali e collettive, su di lui i repubblichini lughesi sfogano la loro ferocia, torturandolo orribilmente.Quindi lo uccidono, il 25 ottobre, ai piedi della Rocca, lasciandolo esposto come ammonimento del loro lugubre sadismo;
Floriano Montanari (Sestri), 23 anni, di Lugo, meccanico, Caposquadra partigiano;
Gianni Montanari, 17 anni, fratello di Floriano, studente e partigiano.
Trascinati al Comando della Brigata Nera nella Rocca di Lugo, vengono interrogati e torturati selvaggiamente fino al giorno 26, poi, i 7 superstiti, in condizioni pietose, sono consegnati ai Nazisti, che, in una mattinata plumbea, li trascinano nella golena del Senio in piena. Lì, fatti scendere verso la fiumana, vengono fucilati uno alla volta e i loro corpi fatti rotolare in acqua.
Il cadavere martoriato di Giorgio Folicaldi riaffiorò dalla melma il 2 dicembre 1944, quelli di Renzo Berdondini, Giovanni Dalmonte e Gianni Montanari vennero ritrovati il 30 maggio 1945 da parenti e amici volontari, che scandagliarono l’alveo del Senio fino ad Alfonsine, rischiando di incappare nelle mine lasciate dal fronte.
Di Domenico Facciani, Luigi Ballardini e Floriano Montanari non si è trovata più traccia.
A cura di Gian Luigi Melandri (Istituto Storico della Resistenza)