L'arrivo degli alleati, lo sfollamento forzato di Masiera il 24 dicembre 1944, Renato che saltò su una mina, Francesco che sotto tortura non fece nomi.
REGALI MAI SCARTATI
Era dicembre del ’44
Non sapevamo cosa pensare
Quando sul fiume calava la notte
Li sentivamo camminare
E quando ci sorprendeva il giorno
ci muovevamo in punta di piedi
Come dei ladri in casa nostra
Te lo racconto anche se non credi
Che era difficile immaginare
Anche di poterla chiamare vita
Aver paura di respirare o di sognare una via d’uscita
Coi canadesi ancora lontani
E nel granaio un partigiano
Versare il vino, chinare il capo chiudendo un biglietto nell’altra mano.
Ma io quel giorno li ho visti i rami
Prima eran pochi e poi tutti quanti
Come in un ballo incomprensibile
Levarsi al cielo e poi farsi avanti
Legati al filo e trascinati
All’altro capo i carri armati
E tra le viti gli schioppi in croce corrermi incontro ed io senza voce
Vidi arrivare gli alleati,
Ma non finiva questa follia
“Ora i tedeschi hanno i tempi contati, ma voi dovete andarvene via”
E senza neanche poterci voltare come se fosse cosa normale
Ci allontanammo dal paese un giorno prima di Natale.
Ed ora so che in quella vigilia
Tra i regali mai scartati
C’eran battaglie, ma a palle di neve
Senza vedere mai più soldati
C’eran merende dai vicini
E le galline nel cortile
E lunghe corse senza paura in mezzo ai fiori a marzo e ad aprile
C’erano pranzi con la famiglia
C’eran discorsi, ma senza pretese
C’eran partite di pallone
Risate, giuggiole e sangiovese
C’erano il cinema ed il mercato
Quando uno sguardo era già un impegno
E passeggiate di innamorati là lungo l’argine del Senio
C’eran strumenti musicali distribuiti dalla scuola
Ad ogni bimbo che amasse cantare e avesse ancora fiato in gola
C’era una mucca in mezzo a un campo
C’era un carretto senza fretta
C’eran tre uomini in più a Predappio e tre croci in meno alla Rossetta
C’era un ragazzo che non scappava
C’era Francesco che seminava
Il 9 settembre faceva ritorno, stanco e felice come ogni giorno
Fu per volare su un aquilone
Che partì Renato e lasciò solo il nome
C’era una festa a Fusignano, e dalle case di Masiera
La gente risaliva la sponda
e si cantava tutta la sera.