Ricominciamo da un bel funerale (28/04/2021)

>>> Nela foto Stefano con la prima trivella del 2010

Venerdì 30 aprile ore 17.30,
un gran bel funerale all’Arena delle balle di paglia, per ricostruire un desiderio.

Con mascherine, distanziati, senza auto.

Ci volevano le fiamme per farci ricordare quante storie conteneva quel bar di canne, di acacie e di paglia.
Iniziammo a fare i buchi, con la “Casa delle ombre” di Marilena, nel 2010, anno del jazzista americano Eric Lewis, usando una sola trivella che si scambiavano Stefano, Piero, Gerri, Franco, Luigi, Vincenzo, per piantare i pali, mentre ridevamo come matti perché non sapevamo ancora cosa sarebbe nato.

Il bar nacque con i disegni sulla carta di Damiano e con gli scarabocchi nell’aria di Gerry, che ci spiegava cosa sarebbe successo. Ci fidavamo ciecamente della forza e delle abilità di Gerry che aveva lavorato in nave, costruito carceri, lavorato in porto, nel mar Rosso, in fonderia, abituato ad affrontare la vita partendo dagli ostacoli.

Mentre si arrampicava sulle sue palafitte ci diceva: “a què a fasen acsè” (qui facciamo così), “a le a i miten un bulò” (li ci invitiamo un bullone) e “pu dop a veg a bus de cul” (poi dopo vado a buco del culo) che era la prima lingua che ha insegnato a tutti, anche a Philippe, il nostro amico francese, conosciuto alcuni anni dopo l'inizio dell'Arena, e che è diventato il nostro più caro compagno di lavori con la paglia.

Abbiamo riso a crepapelle in ogni estate, mentre crescevano favole ed entusiasmi, aggiungendo sempre qualcosa.

Dentro al bar sono passate migliaia di persone, servite da una formidabile squadra che ogni anno pensava a qualcosa di nuovo da dare da mangiare assieme a piadine infarcite in mille quadri sentimentali.

Con il passare delle stagioni, il bar dei primi anni diventò piccolo e decidemmo di distruggerlo per farne uno più grande, sempre con Gerry che ci guidava nel bosco delle acacie del Canale del mulino, alla ricerca del tronco che avesse la forca giusta per sostenere il tetto.

Sotto questo bar ci sono passati oltre 400 artisti: scrittori, musicisti, cantanti, attori, danzatori.
Eric Lewis, Iva Bittovà, Marco Paolini, Ermanno Cavazzoni, Vinicio Capossella, Moni Ovadia, Ramin Bahrami, Tonino Carotone, Antonio Catalano, Ascanio Celestini, Roberto Mercadini, Matteo Scaioli, Luisa Cottifogli, i Mau Mau, Gianfranco Angelucci, Eraldo Baldini, Enrico Farnedi e per diversi anni Marco Martinelli ed Elena Bucci, cari amici del teatro, che con i loro sentimenti della nostra terra, ci hanno restituito in bellezza e poesia un sentire, facendoci sembrare più importanti.
Questo bar è stato visto al Torino Film Festival del 2017, con il docufilm “Nella Golena dei morti felici” di Marco Morandi.

Poi, la sera del fuoco, mercoledì 14 aprile 2021, lo sgomento per l'accaduto e la rabbia contro i responsabili, si sono via via sciolti in un bisogno di comunità.

Un ritrovarsi insieme per rigenerare il bello e far rinascere un altro entusiasmo.

E adesso ci ritorna la voglia di ricominciare, a partire da un gran bel funerale, per ricostruire insieme un'altra storia, che ha bisogno di giovani, alla ricerca di relazioni che danno vita alla vita.

Per favore, cari giovani, non bruciate un sogno!!!